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Da Rimini, visioni di un “Ecomondo”

Si è appena conclusa a Rimini Ecomondo 2024 (5-8 novembre 24) – The Green Technology Expo, evento internazionale di riferimento a livello europeo, per innovazione tecnologica e industriale Green. Le startup chiave per la sostenibilità.

Rimini si conferma un polo fieristico di livello internazionale.

Dopo un ottobre dedicato alla Ricettività, novembre ha consacrato il successo di Ecomondo, manifestazione giunta alla 27esima edizione, la più grande di sempre, con una presenza internazionale in crescita. Un risultato annunciato, in un momento storico in cui “la sostenibilità è al centro delle urgenze e di ogni strategia futura”, e di ogni azienda.

Green and Circular Economy

Dentro queste definizioni convergono le tematiche,  le problematiche e le innovazioni tecnologiche legate alla transizione circolare, per la quale il recupero e il riciclo dei beni è un pilastro fondamentale. Infatti, nessun prodotto ormai, tranne rari casi, viene considerato rifiuto da eliminare, ma piuttosto valorizzato come una risorsa da sfruttare. A questo concetto sono dunque dedicate le sei macro-aree tematiche della manifestazione: dalla valorizzazione dei rifiuti, alla rigenerazione dei suoli e degli ecosistemi agro-forestali e alimentari, dall’energia ottenuta dalle biomasse all’uso dei rifiuti come materie prime seconde. E altro ancora: l’intero ciclo idrico integrato e il monitoraggio ambientale, la tutela dei mari e degli ambienti acquei, ma anche lo spazio, il monitoraggio satellitare, l’agricoltura di precisione e le città.

Settore trasversale

L’area espositiva  ‘Circular and Regenerative Bio-Economy’ ha ospitato le industrie, le aziende e le società che si occupano dei processi legati all’economia rigenerativa e alla bio-economia. Focus del settore tre attività: Chimica da fonti rinnovabili, bio-prodotti, bioplastiche; Ecodesign dei prodotti e dei processi; servizi di riparazione. Si tratta di una nuova filosofia produttiva – circolare appunto – che in generale punta a trasformare la grande massa di rifiuti in nuove materie, energia, risorse.

Startup alla guida del cambiamento

Nuova frontiera delle imprese è una  produzione sostenibile, anche in previsione di nuove normative europee che segneranno il percorso verso la transizione circolare di tutti i prodotti e processi.  Da una indagine condotta da Ecomondo con Unioncamere su un campione di imprese dell’ecosistema della manifestazione, negli ultimi 5 anni il 78,4% delle imprese ha investito in innovazione per la sostenibilità.

Premio all’innovazione

Si capisce, in questo scenario, le startup hanno un ruolo determinante, che Ecomondo ha celebrato con il Premio Lorenzo Cagnoni ( storico presidente di Italian Exhibition Group, e prima di Rimini Fiera)  assegnato ad aziende che hanno presentato soluzioni e prodotti all’avanguardia.  Fra le vincitrici:  Planetek Italia, un servizio di intelligence satellitare che, tramite diversi  livelli informativi, risponde alle sfide del cambiamento climatico, consentendo una manutenzione predittiva delle reti e degli impianti delle water utilities; Bartoli Spa, una eco-innovazione nel mondo del packaging di lusso, un monomateriale utile per nobilitare il pack e facilitare il suo  fine vita;  Repet Srl, startup che ha sviluppato un prototipo di impianto chimico bio-based in grado di convertire i rifiuti plastici in nuovi materiali, riducendo al minimo l’impatto ambientale per un ciclo della plastica più sostenibile e circolare. Smush Materials, produce imballaggi compostabili e naturali per prodotti pesanti, fragili o refrigerati, utilizzando il micelio di funghi per trasformare sottoprodotti agricoli privi di valore in packaging industriale ad alta resistenza ed aiutare le aziende a uniformarsi alle nuove direttive sull’uso sostenibile dei materiali monouso.

La nuova sfida del Made in Italy: i rifiuti tessili

I rifiuti tessili urbani sono al quarto posto per impatto elevato sull’ambiente. Il comparto produttivo tessile, infatti comporta un significativo consumo di acqua, suolo, materie prime ed emissioni di gas serra. Ora il settore tessile si prepara all’entrata in vigore della normativa EPR (responsabilità estesa del produttore) prevista per il 2025,  che impone ai produttori l’organizzazione di una filiera di gestione e recupero dei rifiuti, e incoraggia le imprese a progettare prodotti più riciclabili, implementando processi produttivi più sostenibili. Il tema ha un alto tasso di complessità: i rifiuti tessili urbani richiedono una gestione particolarmente complessa. La sfida che le aziende del settore stanno  già affrontando  è organizzare una filiera di raccolta, riciclo e riuso di questi particolari rifiuti. La visione europea prevede entro il 2030 la circolazione di prodotti tessili durevoli, riparabili e riciclabili, realizzati con l’uso di fibre riciclate, e privi di sostanze pericolose, con filiere produttive rispettose dell’ambiente e dei diritti sociali. Nei prodotti tessili, largamente dominati dalla moda, sono inclusi anche gli arredi con contenuti tessili, imbottiti e materassi.