Tra qualche giorno cade il compleanno di uno degli uomini più autorevole e corretto della storia, Gesù e lui, in più passi del Vangelo ripete “sarete riconosciuti dai vostri frutti, non dalle vostre parole”.
Ecco io vorrei che qualcuno si soffermasse a guardare quanti buoni frutti ha portato il lavoro di Domenico Guzzini in questi ultimi 20 anni, frutti nei confronti del suo territorio dando lavoro direttamente o indirettamente a un numero imprecisato di famiglie, frutti nei confronti del nostro paese esportando il Made in Italy in tutto il mondo e facendo così conoscere l’arte manifatturiera italiana, frutti nei confronti delle persone che lavorano con lui.
Io sono una di quelle, sono l’ufficio stampa di Fratelli Guzzini da vent’anni ormai. Faccio parte di quel team di lavoro, che negli anni si è modificato, ma alla cui guida c’era e c’è Domenico Guzzini.
Io non posso negare che quanto lui abbia detto suoni irrispettoso verso le persone messe a dura prova da questa pandemia e che sembrino il manifesto di un imprenditore cinico e business addicted, ma posso negare, e lo nego fortemente, che quelle parole rispecchino l’animo di Domenico.
Quando si lavora insieme per tanti anni, ci si trova, a volte nostro malgrado, a condividere anche pezzi di vita e non solo di professionalità.
Improvvisamente, quindici anni fa ho subito una grande perdita ed è stata durissima. Non riuscivo a lavorare e l’agenzia con cui collaboravo ha proposto a Domenico di sostituirmi per un periodo visto che avevamo importanti scadenze da rispettare. Ma Domenico ha detto di no. Mi ha chiamata e mi ha detto che tutto il team marketing dell’azienda mi avrebbe supportato, facendo anche quello che avrei dovuto fare io, e che quando me la fossi sentita sarei tornata a svolgere il mio lavoro con loro.
Qualche anno dopo, ho deciso di lasciare la multinazionale per cui lavoravo e di aprire un’agenzia tutta mia. Quando sono andata a dirglielo ero certa che lui mi avrebbe fatto i migliori auguri ma sarebbe rimasto legato a un brand conosciuto in tutto il mondo. Ma anche qui lui ha detto no. “Io non lavoro con i brand, lavoro con le persone. E tu sei la persona con cui ho lavorato questi dieci anni e con cui intendo continuare a lavorare. Se la tua agenzia è piccola… vedrai che insieme la renderemo più grande”
Questo vi sembra il discorso di un uomo che non ha rispetto per le persone? Per i rapporti umani? Per il dolore degli altri? A me sinceramente no!
Ha sbagliato, ha usato parole sbagliate, ma lui non è una persona sbagliata.
Mi piacerebbe che questo gli venisse riconosciuto.