Brand activsm. Il flash mob di ‘Vicino a te’
Quando pensiamo a un attivista immaginiamo una persona che si impegna per una buona causa. ActionAid, la famosa organizzazione internazionale no profit impegnata sul fronte della povertà e dell’ingiustizia sociale, riporta questa definizione:
Gli attivisti sono persone che credono in un futuro migliore, sentono il bisogno di cambiamento e dedicano il proprio tempo per realizzarlo. Per qualcuno è un sentimento spontaneo, per altri si manifesta quando sono colpiti, direttamente o indirettamente, da ingiustizie contro cui vogliono battersi.
Prendere posizione
Prendere una posizione su argomenti e problematiche sociali, politiche o culturali rilevanti è oggi una opportunità o, se preferite, una possibilità, per le attività di comunicazione delle aziende, parliamo del brand activism. Philip Kotler, guru del marketing, è fra i primi a definirlo come “la chiara volontà da parte dell’azienda di assumersi responsabilità in ambito sociale e di partecipare al raggiungimento del bene comune”. Con campagne di brand activism, l’azienda entra in una relazione più profonda, che va oltre il rapporto di consumo, con i propri interlocutori e clienti. Certo è che questa forma di comunicazione non può prescindere da una presa di posizione, verso la quale qualcuno sarà molto contento, qualcun altro completamente in disaccordo. Il brand activism non prevede vie di mezzo.
Bene comune
Gli ambiti di applicazione del brand activism sono molteplici, dalle questioni sociali, come diritti umani, parità di genere, al sempre di più il vasto mondo della sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Famose sono le campagne di Ikea contro la violenza sulle donne, l’omofobia o le discriminazioni di genere. Non basta, però, una campagna per fare di un marchio un paladino del bene comune, anzi, se il messaggio non è coerente con scelte di responsabilità sociale nel senso più ampio del termine, si rischia l’effetto boomerang.
Per fare brand activism non bisogna essere Big: Il flash mob di ‘Vicino a te’
È vero, non bisogna essere grandi marchi per prendere posizioni pro bene comune, anzi. Si è visto spesso in questo periodo: hanno fatto attivismo sociale tanti imprenditori che si sono impegnati, oltre il loro ambito di business, su vari fronti in aiuto della Comunità in cui operano, o del loro territorio.
Come ha fatto in Sardegna il brand “Vicino a te”, insegna del food del Consorzio Coralis – piccola distribuzione organizzata. Certo, ai più questo nome non dice nulla – non è un big – è un marchio cresciuto e radicato nel suo territorio – la Sardegna – e in particolare nell’area di Oristano. E cosa ha fatto questo brand? Ha partecipato alla ‘Guerra dei giganti’ in atto a Cabras, provincia di Oristano, organizzando un flash mob insieme ai suoi clienti. Una battaglia culturale – e territoriale – di grande importanza per i cittadini di Cabras, che si oppongono al trasferimento dei loro ‘Giganti’ (imponenti statue nuragiche) a Cagliari.
Se questo non è brand activism ….
La battaglia dei giganti di Cabras
Il brand ‘Vicino a te’ si è unito alle molte attività organizzate dalla Comunità per mantenere in città i Giganti di Mont’e Prama conservati nel museo civico di Cabras. E proprio all’interno del punto vendita di Cabras, ‘Vicino a te’ ha lanciato un ‘Freeze Flash Mob‘ di sabato pomeriggio, in contemporanea con il sit-in organizzato dalla cittadinanza nello stesso giorno. Coinvolti tutti i collaboratori del punto vendita e tutti i clienti invitati a partecipare: tutti freezzati per 90 secondi a sostegno della campagna pro Giganti che il paese, sindaco in testa, sta portando avanti per tenere nella cittadina lagunare le statue nuragiche. Rinvenute casualmente negli anni ’70, in un campo in località Mont’e Prama nella penisola del Sinis, nella Sardegna centro-occidentale; le statue sono scolpite in arenaria gessosa, materiale tipico del luogo, rappresentano arcieri, spadaccini e lottatori alti tra i 2 e i 2,5 metri. L’insegna“Vicino a te” non è nuova a iniziative a favore della comunità e del suo territorio.